DI STRATEGIE IRRESPONSABILI

Per sopperire a un difetto d'interpretazione, prima che da social o da TV, si sia anzitutto uomini d’azione, dallo sguardo sgombro e dalla veloce intuizione.

Non credo ci sia molto da girarci attorno.

Non credo si debba necessariamente dar retta a mediatiche propagande di parte offesa, o presunta tale.

Con un'Europa indebolita dalla vicenda Russo/Ucraìna, ci si sarebbe potuti porre il problema di un'ulteriore, opportuna crisi, basata soprattutto su un tipo di austerity non dichiarata, e per il fatto quindi che lo spettro delle elezioni fosse sempre lì dietro l’angolo.

Con duplicità d'intenti, quale scelta migliore allora se non quella invece di anticiparle le elezioni, in modo che la corrente atlantico/europeista - se così per l'occasione la si vuol chiamare - capeggiata in questo caso da M. Draghi, possa tranquillamente defilarsi da eventuali problemi futuri, dovuti proprio a un principio invasivo di austerità (e quando dettata inevitabilmente da questioni internazionali) accollando soluzioni a quel fronte sovranista (FDI su tutti) inserito decisamente meglio che in passato, e dato quindi per vincente (inserimento che non piace tanto alle sue frange più estreme, ma che per “date circostanze” di reale governabilità - come una nuova partita o scommessa - diviene quanto meno necessario se qualcosa si vuole invertire).

Ovvero: per il tramite di S. Berlusconi, accertata che l'operazione di annullamento del M5S sia stata un successo, e profittando di un renzianamente vendicativo G. Conte - comunque indirettamente “opportuno” alla linea Draghi/Berlusconi - è lecito supporre che i prossimi a subire il medesimo destino del M5S possano essere il gruppo di FDI?

In caso di rogo FDI, ci saranno nuovamente i mercenari del PD pronti a inserirsi, ma è ancora una partita tutta da giocare, in cui gli assolutismi ideologici lasciano il tempo che trovano, ché sfruttando e trasformando l'attuale debolezza europea (in termini competitivi) mai come ora, in Italia, varrebbe la pena di scommettere su un cavallo dato per vincente, in cui anche un S. Berlusconi comunque non ne sottovaluterebbe l'eventuale esito proficuo.