Riguardo il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale, a oggi può dirsi come quello individuabile in una frangia settaria di tipo giudaico/aschenazita, fomentatrice e all’occorrenza manovratrice di opposti poteri o “totalitarismi rivoluzionari” - quand’anche democratici - abbia avuto la meglio, avendone precedentemente riscontrato un altro di tipo francese e, precursore a una scissione che poi avrebbe generato quello attuale, un altro ancora di tipo britannico/tedesco.
E’ significativo il fatto di come soprattutto il primo, sostanzialmente relativo al marxismo/bolscevismo - un Nuovo Ordine Mondiale che da oriente (URSS), attraverso il Regno Unito, avrebbe dovuto raggiungere il cuore dell’Europa - subì degli incidenti di percorso, causa il suo leader di maggior riferimento, Lev Trotsky, ritenuto per ragioni di salute non più all’altezza, e sopraffatto, è il caso di dire, da Iosif Stalin, che sventò comunque ogni successivo tentativo di rivalsa da parte del suo antagonista, e che soprattutto dagli Stati Uniti, luogo poi prescelto dalla compagine giudaico/aschenazita come nuova sede, autorizzò, nei confronti di quest’ultimi, l’instaurazione e l’ingresso di industrie e di capitali, indebitandosi non poco: un fatto per cui dovette ricorrere, per far fronte a tutto ciò, agli ormai risaputi saccheggi o genocidi sistematici nei confronti di ebrei e nobili.
A quel punto, il timore di invasione, di conquista e sistematico depredamento da parte dell’Unione Sovietica nei confronti dell’Europa, si portò avanti fino a oltre la seconda guerra mondiale, in un contesto da guerra fredda in cui gli stessi statunitensi, come nuova potenza egemone - e aldilà da sinistre correnti newyorkesi al loro interno - per fronteggiarne il pericolo utilizzarono elementi fuoriusciti dal nazionalsocialismo tedesco e dal fascismo italiano.
Dell'ipotesi invece di un Nuovo Ordine Mondiale britannico/tedesco, esso fu pensato come prospettiva e volontà di successo, a discredito e a confronto di un Nuovo Ordine Mondiale di matrice marxista-capitalista.
Ma i britannici ambivano a ben altro, che non il solo fatto della spartizione del mondo su presupposti tradizionali o di rivisitazione di qualsivoglia aspetto razziale: su un’Europa post-bellica che per loro stessi però, e causa ingerenza statunitense, cominciò a essere un problema.
Dunque al di là da opportune modalità di facciata, vi fu da parte dei britannici un principio di contrapposizione nei confronti degli Stati Uniti, contrapposizione molto più pronunciata per quel che invece riguardava la Francia, e nei confronti degli stessi Stati Uniti, a causa dell’accennata volontà da parte sua di imporre un altrettanto Nuovo Ordine Mondiale.
E’ significativo il fatto di come soprattutto il primo, sostanzialmente relativo al marxismo/bolscevismo - un Nuovo Ordine Mondiale che da oriente (URSS), attraverso il Regno Unito, avrebbe dovuto raggiungere il cuore dell’Europa - subì degli incidenti di percorso, causa il suo leader di maggior riferimento, Lev Trotsky, ritenuto per ragioni di salute non più all’altezza, e sopraffatto, è il caso di dire, da Iosif Stalin, che sventò comunque ogni successivo tentativo di rivalsa da parte del suo antagonista, e che soprattutto dagli Stati Uniti, luogo poi prescelto dalla compagine giudaico/aschenazita come nuova sede, autorizzò, nei confronti di quest’ultimi, l’instaurazione e l’ingresso di industrie e di capitali, indebitandosi non poco: un fatto per cui dovette ricorrere, per far fronte a tutto ciò, agli ormai risaputi saccheggi o genocidi sistematici nei confronti di ebrei e nobili.
A quel punto, il timore di invasione, di conquista e sistematico depredamento da parte dell’Unione Sovietica nei confronti dell’Europa, si portò avanti fino a oltre la seconda guerra mondiale, in un contesto da guerra fredda in cui gli stessi statunitensi, come nuova potenza egemone - e aldilà da sinistre correnti newyorkesi al loro interno - per fronteggiarne il pericolo utilizzarono elementi fuoriusciti dal nazionalsocialismo tedesco e dal fascismo italiano.
Dell'ipotesi invece di un Nuovo Ordine Mondiale britannico/tedesco, esso fu pensato come prospettiva e volontà di successo, a discredito e a confronto di un Nuovo Ordine Mondiale di matrice marxista-capitalista.
Ma i britannici ambivano a ben altro, che non il solo fatto della spartizione del mondo su presupposti tradizionali o di rivisitazione di qualsivoglia aspetto razziale: su un’Europa post-bellica che per loro stessi però, e causa ingerenza statunitense, cominciò a essere un problema.
Dunque al di là da opportune modalità di facciata, vi fu da parte dei britannici un principio di contrapposizione nei confronti degli Stati Uniti, contrapposizione molto più pronunciata per quel che invece riguardava la Francia, e nei confronti degli stessi Stati Uniti, a causa dell’accennata volontà da parte sua di imporre un altrettanto Nuovo Ordine Mondiale.