CAVALLI VINCENTI

Come gli Stati Uniti hanno ripreso il controllo dell’Europa, e attraverso il conflitto russo-ucraìno, così Israele, attraverso Hamas, e dopo gli attacchi del 7 ottobre 2023, vuole riprendersi definitivamente Gaza.

Ma perché il paragone possa reggere, ci si dovrebbe semmai meglio riferire agli attacchi al Word Trade Center del 2001, con conseguente invasione dell’Iraq e dell’Afghanistan da parte degli americani.

Ché per quanto la modalità possa essere la stessa, e se paragonata soprattutto a quella del 2001, a differire, in entrambi i casi (2001 e 2023) sono comunque finalità e dimensioni.

Nell’un caso, quello statunitense, si dovrà considerare una sua dimensione imperialistica, dettata da oligarchie di tipo illuministico, da quel Deep State insofferente a questioni strettamente territoriali, e di cui anche alcune schiere eretiche ebraiche dal loro insorgere ne sono state sempre artefici o protagoniste.

Nell’altro, quello israeliano, ci si potrà riferire a una sua dimensione nazionale, strettamente connessa al controllo e alla propria difesa nei riguardi delle aree circostanti.

A regnare dunque, sono soprattutto strategie di tipo imperialistico, che possono incidere anche su dispute fra nazioni, ma a cui ci si può sentire autorizzati a considerarle anzitutto come “cosa unica”, ovvero procedenti da un unico vertice, e per questioni inerenti a sistemi di economia complessiva, di debito pubblico e creazione di moneta.

E si può ben immaginare cosa sia stato e cosa sia questo tipo di vertice: dopo essersi tolto di mezzo quei fascismi originari, non perché a esso differenti ma perché improvvisamente avversi, per contenere, come contrappeso, alle risultanze sovietico-partigiane uscenti "vittoriose" dall’ultimo conflitto bellico (‘39/’45), si è partiti con la creazione e il conseguente utilizzo di un’estrema destra, tramutatasi in alcuni casi nel consolidamento di regimi assolutistici, fino a sposare invece, in tempi più recenti, cause “sinistre”, fuorvianti, per alcuni aspetti, gli stessi dettami di base di un’ideologia socialista, comunista o di sinistra: che questo potere, queste oligarchie illuminate, fossero un tempo a favore del concetto di famiglia tradizionale e contro l’aborto e ora non lo siano più, che fossero contro il femminismo e il divorzio, e ora invece ne siano strenuamente a favore, tutto ciò è stato unicamente pensato per una gestione delle comunità internazionali attraverso residuali ideologie contrapposte fra loro, che quegli stessi poteri continuano a fomentare, in tal senso è stato unicamente congeniale a un loro profitto per il controllo dei destini dell’umanità, in cui il cosiddetto “pensiero unico” è un modo come un altro per partire da un presupposto, ma di cui per parte loro, in fondo, se ne potrebbe pensare, o credere anche l’opposto.

E d’altronde per quanto ci sia stato un punto di ripartenza per gettare nuove basi speculari al cospetto di sperimentali regimi assolutistici, questo “pensiero unico” difficilmente lo si vedrà tramutarsi e consolidarsi appieno in potere politico o gestionale: chi ne ha ideato la strategia, sa benissimo che così non sa da fare, per cui, in forma meno pronunciata che in passato, sarà seriamente probabile assistere, così come sta già avvenendo, al formarsi continuo di governi di destra, governi che quindi non prevederanno, in risposta, un’altrettanta volontà da “pensiero unico”, ma si predisporranno, semmai, nel tentativo di riformare una nuova rinnovata normalità, nell’attesa di comprendere fino a che punto quelle consorterie verticistiche siano disposte ad adeguarsi al “cavallo vincente”.