Si salvi chi può
21/09/2024
Ciò che contraddistingue la stagione calcistica 2024/2025 non è tanto il mercato dei club che, eccetto squadre come il Bologna, il Genoa e forse anche il Torino, sembrerebbe aver soddisfatto le aspettative di ciascuno, ma la questione allenatori.
A tener testa è una sindrome impossibilitante de “due galli in un pollaio” ormai espansasi a macchia d’olio.
Potrei cominciare col citare il divin Mourinho, la cui sua ricercata idolatria portata ai minimi termini - che ne ha comportato giustamente l’esonero - non esime però la presidenza giallorossa dal fatto di essersi piegata, e di continuare a piegarsi, all'estremo opposto da simili istrionici atteggiamenti: un po’ come organizzare una festa, stando fermi mentre tutti festeggiano qualcosa di grande, e dando a intendere che non va bene, che i più grandi sono sempre e solo loro.
Eccezion fatta, quest’anno, per Juventus e Napoli, stessa cosa varrebbe per la dirigenza del Milan (?) nello scegliere un bravo ma non molto adeguato allenatore, per non prenderne un’altro come dire, disturbante? E per il fatto che avrebbe comunque valorizzato meglio la rosa.
Ma tralasciando che tecnici come Palladino e Italiano tornerebbero volentieri sui loro passi (con anche alcune delle loro squadre) bisognerà pur abituarsi a comprendere che per via dei procuratori, il calcio di oggi è cambiato e soprattutto negli aspetti societari: pretendere di parlare di bandiere, di voler ancora delle bandiere, non è materia per certi fondi: volontà, seguite da eventuali affermazioni, che oltre a creare non pochi danni, e dovuti anche alle “sindromi” poc’anzi accennate, presupporrebbero, e a prescindere, il rischio di bendarsi gli occhi dinanzi a scelte tecnico-tattiche e qualità di gioco.
Uno come De Rossi dovrebbe saperne qualcosa, o almeno se gli pare.
Più in basso, abituati a vederle in quelle zone, l’una per organico, l’altra per direzione tecnica, Empoli e Udinese sembrerebbero le vere novità destinate a risalire, e un Cagliari che si dimostra essere la solita incognita altalenante, a cui il fatto di concederle comunque del tempo non sarebbe poi così un azzardo: ma se non combinata da alcuni mesi prima - come fu il caso dell'entrata di Mazzarri - se gli esperti in salvezze anticiperanno il loro arrivo, non vuol dire che questa non possa essere la volta buona, e il nostro Nicola potrà anche lui, e a sua volta, tornare a fare l’esperto di salvezze in corso.
Chiavi di svolta
16/03/2024
Tatticamente, ma non solo, si è portati a comprendere meglio di calcio quando si ha a che fare con la propria squadra di riferimento.
La stagione del Cagliari è a un punto cruciale: come dalle parole di Claudio Ranieri, Marzo è un mese dove ci si gioca tutto.
Ciò sembra stia avvenendo, e in positivo.
Ma a confronto delle acerrime rivali, nonostante un calendario piuttosto favorevole, starei comunque coi piedi per terra: dalla dipartita dello stesso Ranieri, poi ritirata per volontà dei suoi calciatori, dall'intervento del presidente Giulini in conferenza stampa dopo un disastroso Cagliari/Lazio, qualcosa si è mosso, se non altro a livello mentale.
Si è recuperata fiducia nei propri mezzi, e a prescindere da limiti tecnici che un promettente mercato invernale (vera chiave di svolta?) può già aiutare a risolvere.
Resta sempre qualche incertezza sulle scelte: se i cambi li hai, non converrebbe essere troppo attendisti, e i due gol della Salernitana stanno lì a dimostrarlo (e mi viene in mente anche la gara interna col Monza).
Contento comunque per Claudio Ranieri, non tanto più un tecnico, quanto un punto di riferimento, una colonna portante dettata dall'esperienza e dal buon senso.
Ciò che contraddistingue la stagione calcistica 2024/2025 non è tanto il mercato dei club che, eccetto squadre come il Bologna, il Genoa e forse anche il Torino, sembrerebbe aver soddisfatto le aspettative di ciascuno, ma la questione allenatori.
A tener testa è una sindrome impossibilitante de “due galli in un pollaio” ormai espansasi a macchia d’olio.
Potrei cominciare col citare il divin Mourinho, la cui sua ricercata idolatria portata ai minimi termini - che ne ha comportato giustamente l’esonero - non esime però la presidenza giallorossa dal fatto di essersi piegata, e di continuare a piegarsi, all'estremo opposto da simili istrionici atteggiamenti: un po’ come organizzare una festa, stando fermi mentre tutti festeggiano qualcosa di grande, e dando a intendere che non va bene, che i più grandi sono sempre e solo loro.
Eccezion fatta, quest’anno, per Juventus e Napoli, stessa cosa varrebbe per la dirigenza del Milan (?) nello scegliere un bravo ma non molto adeguato allenatore, per non prenderne un’altro come dire, disturbante? E per il fatto che avrebbe comunque valorizzato meglio la rosa.
Ma tralasciando che tecnici come Palladino e Italiano tornerebbero volentieri sui loro passi (con anche alcune delle loro squadre) bisognerà pur abituarsi a comprendere che per via dei procuratori, il calcio di oggi è cambiato e soprattutto negli aspetti societari: pretendere di parlare di bandiere, di voler ancora delle bandiere, non è materia per certi fondi: volontà, seguite da eventuali affermazioni, che oltre a creare non pochi danni, e dovuti anche alle “sindromi” poc’anzi accennate, presupporrebbero, e a prescindere, il rischio di bendarsi gli occhi dinanzi a scelte tecnico-tattiche e qualità di gioco.
Uno come De Rossi dovrebbe saperne qualcosa, o almeno se gli pare.
Più in basso, abituati a vederle in quelle zone, l’una per organico, l’altra per direzione tecnica, Empoli e Udinese sembrerebbero le vere novità destinate a risalire, e un Cagliari che si dimostra essere la solita incognita altalenante, a cui il fatto di concederle comunque del tempo non sarebbe poi così un azzardo: ma se non combinata da alcuni mesi prima - come fu il caso dell'entrata di Mazzarri - se gli esperti in salvezze anticiperanno il loro arrivo, non vuol dire che questa non possa essere la volta buona, e il nostro Nicola potrà anche lui, e a sua volta, tornare a fare l’esperto di salvezze in corso.
Chiavi di svolta
16/03/2024
Tatticamente, ma non solo, si è portati a comprendere meglio di calcio quando si ha a che fare con la propria squadra di riferimento.
La stagione del Cagliari è a un punto cruciale: come dalle parole di Claudio Ranieri, Marzo è un mese dove ci si gioca tutto.
Ciò sembra stia avvenendo, e in positivo.
Ma a confronto delle acerrime rivali, nonostante un calendario piuttosto favorevole, starei comunque coi piedi per terra: dalla dipartita dello stesso Ranieri, poi ritirata per volontà dei suoi calciatori, dall'intervento del presidente Giulini in conferenza stampa dopo un disastroso Cagliari/Lazio, qualcosa si è mosso, se non altro a livello mentale.
Si è recuperata fiducia nei propri mezzi, e a prescindere da limiti tecnici che un promettente mercato invernale (vera chiave di svolta?) può già aiutare a risolvere.
Resta sempre qualche incertezza sulle scelte: se i cambi li hai, non converrebbe essere troppo attendisti, e i due gol della Salernitana stanno lì a dimostrarlo (e mi viene in mente anche la gara interna col Monza).
Contento comunque per Claudio Ranieri, non tanto più un tecnico, quanto un punto di riferimento, una colonna portante dettata dall'esperienza e dal buon senso.
Soltanto miracoli
17/12/2023
Non per voler sentenziare su Claudio Ranieri, ma obiettivamente quando il Cagliari perde, lo si deve soprattutto ai cambi effettuati, e a volte anche alle scelte della squadra da schierare dal 1° minuto.
Ieri dopo un primo tempo all'altezza, dove a differenza di un'indubbia superiorità tecnica del Napoli, questi in fondo lo si era domato, togliere una punta per inserire un difensore, togliere un esterno avanzato per inserire una mezz'ala, ha fatto sì che il Cagliari si chiudesse, si abbassasse.
Le ripartenze nel primo tempo non mancavano, addirittura il Cagliari ha avuto le prime importanti occasioni della gara, un Cagliari con testa, con piglio del gioco, una difesa ordinata, e questo fino anche ai primi minuti del 2° tempo; poi si è cominciato a vedere un Prati che cercava di uscire, ma che non sapeva a chi passarla, e un Mazzari che dal canto suo si affidava alle giocate dei singoli facendo entrare, in freschezza, un Raspadori, fino appunto al 1°gol subito, al subitaneo episodico pareggio, e a un vantaggio del Napoli fatto come se avesse avuto a che fare con una difesa da 4ª divisione.
Quindi il nostro Ranieri giocava la riapertura in avanti con l'ingresso di Lapadula e Luvumbo, qualche spunto lo si è rivisto, quando ormai troppo tardi.
Mentre a inizio campionato Ranieri era sbrigativo nel fare i cambi, e senza ancora avere uomini a sufficienza (causa infortuni), ora che li ha recuperati, come con il Monza attende le mosse, i cambi degli avversari, addormentando la squadra e facendosi raggiungere.
È un Cagliari che in fondo, come dalla scorsa promozione in A, fa leva sui “miracoli” - vedasi Frosinone e non ultimo Sassuolo - testa e squadra non mancano, ma resta pur sempre vittima di scelte e soluzioni discutibili, quali quelle citate poc'anzi.
17/12/2023
Non per voler sentenziare su Claudio Ranieri, ma obiettivamente quando il Cagliari perde, lo si deve soprattutto ai cambi effettuati, e a volte anche alle scelte della squadra da schierare dal 1° minuto.
Ieri dopo un primo tempo all'altezza, dove a differenza di un'indubbia superiorità tecnica del Napoli, questi in fondo lo si era domato, togliere una punta per inserire un difensore, togliere un esterno avanzato per inserire una mezz'ala, ha fatto sì che il Cagliari si chiudesse, si abbassasse.
Le ripartenze nel primo tempo non mancavano, addirittura il Cagliari ha avuto le prime importanti occasioni della gara, un Cagliari con testa, con piglio del gioco, una difesa ordinata, e questo fino anche ai primi minuti del 2° tempo; poi si è cominciato a vedere un Prati che cercava di uscire, ma che non sapeva a chi passarla, e un Mazzari che dal canto suo si affidava alle giocate dei singoli facendo entrare, in freschezza, un Raspadori, fino appunto al 1°gol subito, al subitaneo episodico pareggio, e a un vantaggio del Napoli fatto come se avesse avuto a che fare con una difesa da 4ª divisione.
Quindi il nostro Ranieri giocava la riapertura in avanti con l'ingresso di Lapadula e Luvumbo, qualche spunto lo si è rivisto, quando ormai troppo tardi.
Mentre a inizio campionato Ranieri era sbrigativo nel fare i cambi, e senza ancora avere uomini a sufficienza (causa infortuni), ora che li ha recuperati, come con il Monza attende le mosse, i cambi degli avversari, addormentando la squadra e facendosi raggiungere.
È un Cagliari che in fondo, come dalla scorsa promozione in A, fa leva sui “miracoli” - vedasi Frosinone e non ultimo Sassuolo - testa e squadra non mancano, ma resta pur sempre vittima di scelte e soluzioni discutibili, quali quelle citate poc'anzi.
False partenze
04/10/2023
In tempi di turnover inizio a rimpiangere gli oltre (talvolta) 70 minuti senza cambi di un L. Semplici.
Perché del Cagliari Calcio il problema, da quel che finora ho avuto modo di vedere, è di trovare anzitutto la quadra degli uomini da schierare dal 1° minuto, per poi senza dubbio - eccetto al più un Oristanio e un Viola, perfetti anche come riserve/titolari - non avere i ricambi sufficienti, affinché non si squilibri l'assetto tattico, anche se in questo caso si dovrebbe parlare più che altro di valore tecnico.
Tralasciando per ora il problema portiere, sia a Bologna che a Firenze, e soprattutto dalla difesa, sono arrivati gol, di contro, e sconfitte.
A Bologna, da destra, non appena a inizio secondo tempo Di Pardo è subentrato a Nandez; a Firenze con il cambio della quasi totalità della difesa (dove spicca l'uscita di uno degli ultimi innesti, Hatzidiakos, tra i migliori, se non il migliore finora) in coincidenza dell'ingresso di 'Nzola, che se non altro ha sfatato quei soliti 2-0 divenuti sempre più l'espressione dell'errore (o presunto tale) di schieramento iniziale della squadra di Claudio Ranieri.
Perché oltre ad assetti tattici e valori tecnici, ogni qualvolta si è potuto presumere la scelta sbagliata della formazione da schierare dal 1° minuto, il Cagliari, eccetto appunto Firenze, ha sempre perso 2-0.
Non ultimo in casa contro l'Inter e a Bergamo contro l'Atalanta.
Non male la fascia sinistra, a partire da Augello, aspettando il ritorno di Jankto; a destra Zappa c'è e non c'è, ma in una formazione ben collaudata, di titolari sicuri, quel ruolo comunque spetterebbe a lui.
Dico ben collaudata, perché a confronto delle rispettive inseguitrici, non tanto per differenze d'organico - a cui sempre si potrebbero avere dei dubbi, e perfino a confronto di Empoli e Udinese che per il Cagliari dovrebbero essere le meno peggio - ma il ritardo era chiaro fin da subito.
Comunque, paradossalmente dopo le prime giornate mi sto ricredendo, e soprattutto dopo la gara con il Milan: il Cagliari, nel complesso, non ha un valore tecnico scarso o al di sotto dei rispettivi avversari (che iniziano invece a vacillare) deve essere solo assemblata meglio e nei limiti del possibile (infortuni o altro) dal 1°minuto.
Cioè deve poter partire bene.
Gli uomini per risolverla a gara in corso o dal secondo tempo - eccetto quelli elencati precedentemente - obiettivamente non li ha ancora.
A mio modesto avviso, non può permettersi una strategia simile.
Il centrocampo, se ben schierato in fondo non è male, Petagna, che finora non ha ben figurato, in una chiave simile se servito bene può concludere.
In attesa comunque degli infortunati, o di azzardare fin da subito un Prati, e contando oltretutto sul talentuoso Luvumbo.
E sul portiere dunque?
Si accusava tanto il presidente Giulini della vendita di Vicario, ma quest'anno con Scuffet la previsione che Radunovic non fosse stato all'altezza c'era tutta, eccome.
Finora la scelta su di lui anche a Firenze è risultata come se per salvarne 1 ne siano stati sacrificati 10.
Per poi sui suoi errori tentare di giustificare il comunque bel gioco, soprattutto in occasione della gara con il Milan.
Prerogativa di un portiere dovrebbe essere anzitutto quella di non provocare caos difensivi e autogol, vedasi l'uno-due di Firenze.
04/10/2023
In tempi di turnover inizio a rimpiangere gli oltre (talvolta) 70 minuti senza cambi di un L. Semplici.
Perché del Cagliari Calcio il problema, da quel che finora ho avuto modo di vedere, è di trovare anzitutto la quadra degli uomini da schierare dal 1° minuto, per poi senza dubbio - eccetto al più un Oristanio e un Viola, perfetti anche come riserve/titolari - non avere i ricambi sufficienti, affinché non si squilibri l'assetto tattico, anche se in questo caso si dovrebbe parlare più che altro di valore tecnico.
Tralasciando per ora il problema portiere, sia a Bologna che a Firenze, e soprattutto dalla difesa, sono arrivati gol, di contro, e sconfitte.
A Bologna, da destra, non appena a inizio secondo tempo Di Pardo è subentrato a Nandez; a Firenze con il cambio della quasi totalità della difesa (dove spicca l'uscita di uno degli ultimi innesti, Hatzidiakos, tra i migliori, se non il migliore finora) in coincidenza dell'ingresso di 'Nzola, che se non altro ha sfatato quei soliti 2-0 divenuti sempre più l'espressione dell'errore (o presunto tale) di schieramento iniziale della squadra di Claudio Ranieri.
Perché oltre ad assetti tattici e valori tecnici, ogni qualvolta si è potuto presumere la scelta sbagliata della formazione da schierare dal 1° minuto, il Cagliari, eccetto appunto Firenze, ha sempre perso 2-0.
Non ultimo in casa contro l'Inter e a Bergamo contro l'Atalanta.
Non male la fascia sinistra, a partire da Augello, aspettando il ritorno di Jankto; a destra Zappa c'è e non c'è, ma in una formazione ben collaudata, di titolari sicuri, quel ruolo comunque spetterebbe a lui.
Dico ben collaudata, perché a confronto delle rispettive inseguitrici, non tanto per differenze d'organico - a cui sempre si potrebbero avere dei dubbi, e perfino a confronto di Empoli e Udinese che per il Cagliari dovrebbero essere le meno peggio - ma il ritardo era chiaro fin da subito.
Comunque, paradossalmente dopo le prime giornate mi sto ricredendo, e soprattutto dopo la gara con il Milan: il Cagliari, nel complesso, non ha un valore tecnico scarso o al di sotto dei rispettivi avversari (che iniziano invece a vacillare) deve essere solo assemblata meglio e nei limiti del possibile (infortuni o altro) dal 1°minuto.
Cioè deve poter partire bene.
Gli uomini per risolverla a gara in corso o dal secondo tempo - eccetto quelli elencati precedentemente - obiettivamente non li ha ancora.
A mio modesto avviso, non può permettersi una strategia simile.
Il centrocampo, se ben schierato in fondo non è male, Petagna, che finora non ha ben figurato, in una chiave simile se servito bene può concludere.
In attesa comunque degli infortunati, o di azzardare fin da subito un Prati, e contando oltretutto sul talentuoso Luvumbo.
E sul portiere dunque?
Si accusava tanto il presidente Giulini della vendita di Vicario, ma quest'anno con Scuffet la previsione che Radunovic non fosse stato all'altezza c'era tutta, eccome.
Finora la scelta su di lui anche a Firenze è risultata come se per salvarne 1 ne siano stati sacrificati 10.
Per poi sui suoi errori tentare di giustificare il comunque bel gioco, soprattutto in occasione della gara con il Milan.
Prerogativa di un portiere dovrebbe essere anzitutto quella di non provocare caos difensivi e autogol, vedasi l'uno-due di Firenze.
Per ironia della sorte
20/05/2023
Prendo atto di come a oggi il Venezia FC sia diventata la bestia nera del Cagliari Calcio.
Gli indizi, che potrebbero decretarne la prova di tale attribuzione, ci sono tutti: il Cagliari, nonostante il periodo di forma e la vittoria esterna sul Cosenza, dalla sconfitta del Venezia con il Parma si è visto finire ai preliminari; lo scorso anno fu proprio nella partita contro il Venezia che finì in serie B.
Aggiungerei che non potrò, del sopracitato preliminare (e guarda caso) andare a vederlo.
È pur vero che a certa sfortuna seguono sempre, e anzitutto, dettagli di tipo tecnico o responsabilità personali, e per quanto mi riguarda, di un periodo passato a Venezia qualche anno fa, dei miei ultimi 20 anni o poco più, posso dire di come sia stato il periodo più "sfigato" in assoluto, che a conti fatti andava anche ben oltre dettagli di tipo tecnico o di responsabilità personale.
Ma è anche vero che ho potuto constatare, che se non fosse stato per quel periodo, non mi ritroverei oggi ad avere quelle che ritengo delle importanti fortune.
Per cui se anche suddetta sfortuna nei miei riguardi abbia da tempo voltato le spalle, e si sia poi, allo stesso modo, propagata come rimasuglio nei confronti di una città intera (che trattandosi di quella a cui appartengo non può essere certo un caso) potrà essere per il Cagliari Calcio occasione senza dubbio propizia, di ottenerne il riscatto dovuto.
Un contrappasso che più che un auspicio è un augurio!
20/05/2023
Prendo atto di come a oggi il Venezia FC sia diventata la bestia nera del Cagliari Calcio.
Gli indizi, che potrebbero decretarne la prova di tale attribuzione, ci sono tutti: il Cagliari, nonostante il periodo di forma e la vittoria esterna sul Cosenza, dalla sconfitta del Venezia con il Parma si è visto finire ai preliminari; lo scorso anno fu proprio nella partita contro il Venezia che finì in serie B.
Aggiungerei che non potrò, del sopracitato preliminare (e guarda caso) andare a vederlo.
È pur vero che a certa sfortuna seguono sempre, e anzitutto, dettagli di tipo tecnico o responsabilità personali, e per quanto mi riguarda, di un periodo passato a Venezia qualche anno fa, dei miei ultimi 20 anni o poco più, posso dire di come sia stato il periodo più "sfigato" in assoluto, che a conti fatti andava anche ben oltre dettagli di tipo tecnico o di responsabilità personale.
Ma è anche vero che ho potuto constatare, che se non fosse stato per quel periodo, non mi ritroverei oggi ad avere quelle che ritengo delle importanti fortune.
Per cui se anche suddetta sfortuna nei miei riguardi abbia da tempo voltato le spalle, e si sia poi, allo stesso modo, propagata come rimasuglio nei confronti di una città intera (che trattandosi di quella a cui appartengo non può essere certo un caso) potrà essere per il Cagliari Calcio occasione senza dubbio propizia, di ottenerne il riscatto dovuto.
Un contrappasso che più che un auspicio è un augurio!